Sarà per la giovane età, sarà per i conti chiusi in profondo rosso dalla società di cui è Presidente, certo è, che l’uscita del rampollo della famiglia Agnelli dei giorni scorsi è sembrata inopportuna nei confronti di una delle ultime bandiere del nostro calcio.

E’ vero anche che l’età avanza inesorabile per chiunque e le scarpette al chiodo prima o poi tutti le devono appendere ma che sia un Presidente quasi a dirlo, annunciando il divorzio dal suo calciatore simbolo, costringendolo tutt’al più a fare qualche esperienza all’estero, ha lasciato sbigottito un pò tutto l’ambiente calciofilo.

Del Piero, infatti, laddove decidesse di non chiudere la propria carriera a Torino, non potrebbe che terminare la sua esperienza calcistica lontano dall’Italia. Una maglia addosso che non fosse quella bianconera, sarebbe al momento nemmeno immaginabile.

“Non c’è Juve senza Del Piero” recitava uno striscione allo stadio nella partita con il Genoa. I tifosi sono con lui, come tutti quegli sportivi, non più giovanissimi, che hanno ammirato in tutti questi anni le gesta del Campione in campo e l’esempio dell’uomo fuori dal rettangolo di gioco.

Osannato per tutto il lungo periodo di riscaldamento ai bordi del campo, un boato ha accolto il “Capitano” quando quasi al 90° il tecnico juventino Conte si è deciso finalmente a mandarlo in campo nel tentativo di vincere la partita col Genoa, cercando di sfruttare il pezzo forte di Alex, i calci di punizione.

Un pensiero finale non può che andare al compianto Avvocato Agnelli, che attribuì a un Del Piero ancora in erba l’appellattivo di “Pinturicchio”. Difficilmente da lui vi sarebbe stata una caduta di stile simile.