lug10

LeBron James va a Miami!

Foto LeBron James va a Miami!

Ponendo fine alla più grande attesa nella storia dello sport americano LeBron James ha annunciato che andrà a giocare per i Miami Heat assieme a Dwyane Wade e Chris Bosh, quest’ultimo arrivato da poco da Toronto.

Appena arrivato l’annuncio molti hanno cominciato a parlare non solo di titolo prenotato per Miami ma anche di nuova dinastia ma è davvero così? Vediamo.

Innanzitutto una squadra per vincere deve avere la famosa chimica: i giocatori devono sapersi trovare l’un l’altro, soprattutto nei momenti importanti, mettendo da parte gli egoismi. James, Wade e Bosh hanno già giocato insieme della squadra nazionale che ha vinto il torneo olimpico di Pechino ma il campionato NBA è tutt’altra cosa perché i compagni sono diversi (a Pechino c’era anche un certo Kobe Bryant…), gli avversari sono tutt’altra cosa e un torneo di due settimane giocato secondo le regole FIBA non c’entra nulla con un campionato giocato secondo le regole NBA che dura mesi e ha l’apoteosi nei playoff.

Delle tre superstar di Miami solo Wade ha vinto un titolo e da grande protagonista mentre James ha collezionato una serie di delusioni con una sola finale NBA in cui ha subito una dura lezione dai San Antonio Spurs e Bosh ha una vaga esperienza di playoff. Questi tre giocatori, che sono stati leader in tre squadre diverse, riusciranno a dare il loro meglio in maniera sinergica quando si dovrà decidere chi prenderà i tiri importanti o finiranno per fare le prime donne? In questo senso lasciano perplesse le recenti roboanti dichiarazioni di Bosh, che aveva commentato il suo possibile spostamento da Toronto affermando che lui si sente un leader e non avrebbe interesse ad andare in una squadra come i Lakers dove sarebbe un giocatore importante ma di sicuro meno di Kobe Bryant e dove ci sarebbero altri giocatori che ambiscono ad essere la seconda opzione. Peccato che a Miami Bosh sarà il “terzo violino” e rischi di dover passare la stagione a sbattersi sotto canestro per toccare la palla quando prende un rimbalzo e poco più.

Ammettendo che James, Wade e Bosh riescano a trovare nel corso della stagione il modo per giocare di squadra bisogna vedere quali compagni si troveranno accanto. Ormai l’NBA è regolata più da problemi economici che sportivi: è triste dirlo ma nello sport ultra-professionalizzato americano c’è questo lato oscuro, in particolare il salary-cup, il monte-salari che ogni squadra ha a disposizione e superato il quale per ogni ulteriore dollaro pagato in stipendi deve versare un dollaro come “tassa” all’NBA. In realtà la situazione è più complicata, tanto che ogni squadra ha il suo ufficio contabile con persone che cercano di destreggiarsi tra le varie regole salariali ma per evitare di infilarci in un tunnel di clausole regolamentari dal quale perfino quei professionisti fanno fatica ad uscire consideriamo solo il problema di base del salary-cap, che limita lo spazio di manovra delle squadre in quanto oggi come oggi perfino nel dorato mondo dell’NBA nessuno tira fuori un dollaro più del necessario senza aver fatto un mucchio di valutazioni economiche.

Dal punto di vista salariale il problema dei Miami Heat è diventato molto chiaro: hanno tre superstar con stipendi altissimi, di conseguenza hanno pochi soldi per pagare altri giocatori. Secondo voci insistenti i soldi rimasti in cassa sono stati offerti a Mike Miller, un noto tiratore da fuori che sarebbe una manna dal cielo per punire i raddoppi sulle superstar, sempre che quella che ha il pallone glielo passi. Per il resto di giocatori di talento c’era Beasley ma è stato spedito a Minnesota in cambio di una futura scelta proprio per fare spazio salariale per cui c’è il rischio che gli Heat si ritrovino con un quintetto molto forte a prescindere da chi verrà affiancato alle tre superstar e a Miller ma che dietro di loro ci sia il deserto.

È vero che quest’anno i Lakers hanno vinto il titolo senza avere una panchina profonda ma come sesto uomo c’era Lamar Odom, che ha finito per giocare più del titolare Bynum a causa dei problemi fisici di quest’ultimo, e Sasha Vujacic pur non avendo giocato molto ha segnato tiri liberi in momenti fondamentali portando quindi qualità alla panchina. A Miami non hanno alcuna possibilità di trovare giocatori di quel livello per la panchina ma allora come faranno, soprattutto durante i playoff? Vediamo come sono messi i potenziali avversari, che magari saranno ancora più motivati da chi dà fin d’ora per scontata la vittoria degli Heat.

Nella Eastern Conference ci sono i Boston Celtics, che hanno deciso di provare a mantenere ancora il nucleo che li ha portati a due finali ed un titolo. Nell’ultima finale sono stati molto bravi a marcare Kobe Bryant ma come faranno a prendersi cura di James e Wade contemporaneamente? Molto meglio sotto canestro con la loro batteria di lunghi e la loro esperienza potrebbe contare.

Gli Orlando Magic hanno una squadra ben organizzata ma se anche loro sono ben messi sotto canestro le loro difficoltà contro James e Wade saranno presumibilmente ancora maggiori che per i Celtics.

Gli Atlanta Hawks sono una squadra in crescita ma è tutta da vedere a certi livelli e sembrano perdenti in tutti i reparti contro gli Heat.

Stendiamo un velo pietoso sui Cleveland Cavaliers, che non hanno vinto nulla con LeBron James e ora si ritrovano con le macerie. Il loro proprietario ha appena promesso che vinceranno il titolo prima del loro ex leader ma si tratta chiaramente di una reazione emotiva all’abbandono di James.

Se gli Heat riuscissero ad arrivare in finale probabilmente ci sarebbe lo contro per il quale i dirigenti NBA oggi come oggi venderebbero l’anima al diavolo con i Lakers, nel qual caso i presunti duelli sarebbero Bryant-Wade, Artest-James e Gasol-Bosh. Bellissimo ma se Bynum fosse per una volta sano chi lo marcherebbe? E Odom? Inoltre se Shannon Brown rimarrà nella squadra campione NBA potrebbe darsi il cambio con Kobe Bryant per marcare Wade.

Pat Riley, il “burattinaio” di Miami con pieni poteri per dirigere le operazioni della squadra ha un’enorme esperienza, riuscirà a trovare giocatori che costino poco e riescano ad aiutare concretamente le sue superstar quando si farà sul serio?

Insomma, è presto per parlare di titolo prenotato ma certamente l’arrivo di LeBron James a Miami farà parlare tutto il mondo ancora per molto tempo.

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