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Maratona a Wimbledon tra John Isner e Nicolas Mahut



John Isner e Nicolas Mahut hanno scritto una pagina di storia del tennis dando vita ad una maratona durata tre giorni terminata con la vittoria dell’americano per 6-4 3-6 6(7)-7(9) 7(7)-6(3) 70-68. No, non è un errore, il quinto set è terminato prioprio 70-68 per una durata di 491 minuti, ovvero oltre 8 ore e una durata globale dell’incontro di circa 11 ore. Si tratta del record assoluto di lunghezza di un incontro di tennis e i due giocatori hanno anche disintegrato tutti i record di ace poiché Isner ne ha messi a segno 112 e Mahut 103.

Fin qui la matematica ma un incontro del genere sfugge a considerazioni meramente numeriche. La prima giornata è stata intensa ma nulla di speciale: martedi sono stati giocati i primi quattro set, nei quali già si è visto l’equilibrio che ha poi caratterizzato l’incredibile quinto set rimandato a mercoledi per oscurità dopo quasi tre ore di lotta.
Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che un incontro relegato sul campo 18 avrebbe potuto rivelarsi storico ma nel corso del pomeriggio ci si è pian piano accorti che l’incontro si stava trasformando in un evento quando si è arrivati prima sul 20-20, qualche tempo dopo sul 30-30 fino ad arrivare verso sera sul 40-40 e allora anche su Internet le discussioni su questo set che si era trasformato in maratona ormai abbondavano.

Dopo circa sette ore, sul 59-59 il set è stato interrotto per oscurità tra la disperazione degli spettatori, che volevano partecipare ad un evento storico fino alla fine, e probabilmente anche dei fotografi, che nel corso delle ore erano arrivati con il desiderio di raccogliere una testimonianza visiva di quel pezzo di storia. Gli spettatori che erano entrati sul campo 18 erano certamente contenti di vedere qualche incontro di Wimbledon ma probabilmente avrebbero inizialmente preferito trovare un biglietto per un campo più prestigioso sul quale poter vedere Federer o altri giocatori più affermati ma alla fine non si sono certo lamentati anzi al momento della sospensione hanno rumoreggiato per chiedere la continuazione del gioco.

Alla fine i giocatori erano visibilmente stanchi ma erano già un paio d’ore che avevano concentrato le loro energie sul servizio che continuavano a tirare a velocità impressionanti, anche 200 km/h, mentre sulla risposta inevitabilmente la reattività era calata col passare delle ore facendo diventare la possibilità di un break sempre più una chimera. In particolare Isner, con i suoi 206 cm di altezza per 110 kg circa di peso, sembrava soffrire particolarmente: non che Mahut sia piccolino essendo comunque alto 190 cm per 80 kg di peso, ma rispetto all’avversario è decisamente più leggero e pareva mantenere un minimo di brillantezza, eppure il gigante americano si è aggrappato fino alla sospensione in particolare al servizio ma anche al diritto per rintuzzare i tentativi del francese di fare il break.

La terza giornata dell’incontro-maratona è cominciata con un senso di deja-vu, con i due giocatori a sparare servizi ma si vede che le fatiche del giorno prima hanno lasciato il segno e in particolare Isner tende a ciondolare nel campo abbandonando i punti se non ritiene di avere una seria possibilità di rimandare la palla dall’altra parte eppure è proprio lui che sul 69-68 riesce ad azzeccare un paio di risposte mettendo in difficoltà Mahut per poi chiudere punti importantissimi che lo portano alla tanto agognata meta della vittora per 70-68.

Alla fine dell’incontro c’è stata una piccola celebrazione: gli organizzatori hanno avuto tempo solo a partire dalla sera precedente per mettere in piedi una qualche cerimonia e trovare un piccolo trofeo da consegnare ai giocatori e al giudice di sedia. Isner ha dichiarato a caldo di sentirsi un po’ stanco, chissà come deve sentirsi il povero Mahut dopo aver perso una maratona del genere.

Al di là dell’evento storico che ha già fatto parlare molto viene da chiedersi cosa potrà fare il vincitore John Isner nel secondo turno contro De Bakker il quale peraltro aveva vinto il suo incontro di primo turno 16-14 al quinto set ma nessuno ne parla. Gli US Open sono l’unico torneo del grande slam che ammetta il tie-break nel set decisivo mentre gli altri si aggrappano ancora alla tradizione facendo giocare a oltranza: è vero che casi di giocatori che terminano un incontro streamti sono molto rari ma in uno sport professionistico in cui girano un sacco di soldi è possibile continuare a ignorare il problema?

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Commenti all'articolo (1)

  • domenica, 23 gennaio, 2011 alle 11:44 am

    [...] di quest’incontro ma ne descrivono chiaramente l’equilibrio. Non siamo ai livelli della maratona giocata nello scorso Wimbledon da John Isner e Nicolas Mahut, che nel quinto set andarono avanti per ore con scambi brevissimi e tanti ace, ma parliamo di un [...]

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